In una Londra vittoriana parallela, una serie di misteriosi omicidi turba l’opinione pubblica, mentre lo spettacolo dell’italiano Dottor Malignita e della sua assistente Aurora affascina gli spettatori. Nellie O’Day, artista di cabaret specializzata nell’impersonare ruoli maschili, è convinta che esista un legame fra Malignita e gli omicidi, e crede che Aurora sia in qualche modo lei stessa vittima del sinistro mentalista.

The woman in the coffin è una novella, scritta da Nathan Long e ambientata nello stesso universo di una popolare serie di romanzi (più o meno) steampunk, è un “occult mystery”, a metà strada fra Sherlock Holmes (o forse Sexton Blake) e i vecchi film della Hammer.
La trama è lineare, la prosa agile come sempre, e il volume si legge in una sera – e lascia con la voglia di leggere altre storie come questa.
Nel finale, Long suggerisce l’ipotesi di uscite future, firmate da lui o da Elizabeth Watasin, l’autrice che ha creato l’universo in cui si svolge l’azione.
Una lettura leggera e divertente, con per lo meno un grande personaggio memorabile – e che meriterebbe davvero la propria serie – ed una miscela equilibrata di investigazione, azione ed orrore. Per il costo di 1 euro e 65 in ebook (non esiste edizione cartacea), non possiamo chiedere di più.
(e c’è un link commerciale, qualora voleste spendere 1.65 euro – nel qual caso io riceverò una minima percentuale)
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